Название | Fiamme Oscure |
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Автор произведения | Amy Blankenship |
Жанр | Ужасы и Мистика |
Серия | Legami Di Sangue |
Издательство | Ужасы и Мистика |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9788873043515 |
Zachary non voleva che il demone ferisse Myra ed era intenzionato a salvarla, anche a costo di bruciare tutto il cimitero per farlo. Tuttavia, il demone aveva qualcosâaltro in mente. Lentamente girò la testa e bloccò i suoi spaventosi occhi argentati con quelli di Zachary.
Con orrore di Zachary, il suo fuoco svanì... e così anche il controllo sul proprio corpo. Anche se combatteva con tutto se stesso, era ancora fermo a terra, incapace di muoversi e di parlare. La prima cosa che pensò fu che era ancora cosciente... a differenza degli altri uomini che giacevano nel cimitero, e aveva una perfetta visione di ciò che stava per accadere.
Myra si era lasciata toccare dal demone... sembrava gradire la cosa mentre gli sorrideva sensualmente, e gli posò una mano sul petto. Aveva persino chiamato il demone per nome... Deth.
I vestiti furono rimossi rapidamente e Zachary osservò come il demone reclamava il corpo di Myra. Avevano fatto lâamore più volte sulla tomba dietro di loro, prima che il demone sussurrasse qualcosa nel suo orecchio, portandola ad intrecciare il suo sguardo innamorato con il proprio. Condivisero un altro bacio prima che il demone svanisse nella notte.
Zachary vide Myra girare lentamente la testa e guardarlo... sapeva che lui aveva visto tutto. Senza dire una parola, raccolse i suoi vestiti e li indossò, poi aspettò che il resto della squadra riprendesse conoscenza. Zachary riacquisì lâuso del proprio corpo dopo pochi minuti e si sedette, restando dovâera...il più lontano possibile da Myra ma senza andarsene via, e la fissò in silenzio.
Era ancora bella e aveva anche un sorriso dolce. Lui non capiva... non riusciva a capire niente.
Quando gli altri si svegliarono, non avevano alcun ricordo di cosa li aveva attaccati e, quando lo chiesero, Myra spiegò semplicemente che andava tutto bene e che âlâattaccoâ non era stato altro che il contraccolpo di energia per lâaver rispedito i morti nella loro tomba.
Zachary non ripeté mai ad anima viva ciò che aveva visto quella notte. Tuttavia, da allora, la sua fiducia in Myra era andata persa. Fece del suo meglio per avere altri incarichi in modo da non starle vicino.
Aveva anche fatto una ricerca sul demone incontrato nel cimitero e scoprì di avere ragione... ... Deth era un demone antico. Il demone avrebbe potuto ucciderli tutti quella notte, compresa Myra se avesse voluto, perché aveva già ucciso in passato...molte volte.
Myra stava ovviamente facendo il doppio gioco...e questo era un limite che nessuno di loro aveva mai osato oltrepassare. Trovava leggermente ironico che lei fosse giunta alla sua fine per mano di un demone...o almeno così raccontavano. A quanto pare, superare quel limite aveva conseguenze terribili.
Zachary si rifiutò di assecondare la tristezza per la sua morte che cercava di infiltrarsi nel proprio petto...lâultima cosa di cui il PIT aveva bisogno era un traditore in mezzo a loro.
Ridestandosi dal passato, Zachary osservò Tiara muoversi nella grande sala sottostante, sentendo tintinnare appena i campanelli indiani attorno alla sua caviglia, e pensò a quanto lei somigliasse a sua madre. Avrebbe potuto essere la sua sosia... ma più giovane. Sembrava una bambina nel corpo di una donna, completamente ignara della violenza intorno a lei, ma al tempo stesso più che consapevole.
Aveva la pelle perfetta e abbronzata, e gli occhi ampi di un bambino innocente. Quellâinnocenza era in qualche modo contaminata da una carnosa bocca imbronciata, che gli fece provare il desiderio di assaporarla. Mentre la guardava, capì che si sbagliava...la bellezza di sua madre non reggeva il confronto con quella di Tiara. Il solo guardarla lo faceva sentire come uno stalker ma, invece di nascondersi, la guardò meglio.
Il suo modo di vestire la faceva sembrare uscita direttamente dalla carovana di un clan gitano perduto nel tempo. Era lo stesso modo in cui si vestiva Myra. Immaginò che fosse una tradizione di quella stirpe di negromanti.
Quella sera, il suo top era poco più di una sciarpa a quadri neri, piegata a triangolo e legata attorno al petto, lasciando che i fianchi e la schiena mostrassero la sua pelle sensualmente perfetta. La gonna era pericolosamente bassa sui fianchi, ma copriva tutto il resto fino alle caviglie.
Le porte iniziarono ad aprirsi ed accorse gente da tutti gli angoli del castello, attraversando la sala principale sottostante, e lui si accigliò per la distrazione. Il cellulare di Zachary squillò e lui lo estrasse per leggere il messaggio di testo di Storm.
âRiunione nellâufficio di Ren, porta Jason.â.
âE come diavolo faccio, uso i sali?â mormorò Zachary mettendo via il telefono. Guardando verso lâinfermeria, rimase sorpreso quando la porta si aprì e Jason si affacciò nel corridoio.
Alzò un sopracciglio, chiedendosi se Storm passasse ogni giorno ad apparire e scomparire per far accadere le cose al momento giusto. Il solo pensiero di quanto potesse durare un giorno per il viaggiatore del tempo gli fece venire mal di testa. Ma dâaltra parte, se qualcosa andava storto, Storm non poteva sempre tornare indietro e rimediare, se voleva?
âSono contento di vedere che sei sveglio.â disse Zachary con un sorriso. âHai dormito bene?â
Jason uscì dalla stanza e si avvicinò lentamente a Zachary. âSì, mi sento molto meglio adesso che il marchio è sparito.â Notò il trambusto sotto di loro e chiese âCosa succede?â
Zachary mise un braccio attorno alle spalle di Jason e lo guidò verso le scale. âVuoi vedere qualcosa di veramente figo?â
Jason strinse le spalle âCerto, perché no?â
âBene.â sorrise Zachary. âIl nostro capo ha richiesto la tua presenza...la tua prima riunione ufficiale del PIT.â.
Jason alzò un sopracciglio. âMa io non sono un membro del PIT.â.
Zachary sorrise maliziosamente. âDiciamo che o sei con noi o allâimprovviso ti ritroverai con una grave amnesia.â.
Jason si allontanò da Zachary con unâespressione preoccupata. Alzando le mani in segno di resa, annuì âFai strada.â .
Quando Zachary rise e si avviò giù per le scale, Jason non ebbe altra scelta che seguirlo... anche se lo fece a distanza di sicurezza.
*****
âHo qualcosa per te.â disse Storm e prese una chiavetta USB dal taschino della camicia.
Ren la prese e la collegò al computer. Sorrise nel vedere la mappa che lui stesso aveva creato... ...solo che questa era più aggiornata. Laddove la mappa originale conteneva solo pochi punti di segnalazione dellâenergia percepita, questa invece somigliava al gioco dei chiodini colorati. Diverse luci colorate ora illuminavano ogni centimetro della città e si estendevano fino alla periferia, alla riserva, persino alle spiagge...ormai erano dappertutto.
âDove lâhai presa?â chiese Ren con timore, alzandosi lentamente dalla poltrona per dare unâocchiata al grande schermo sul muro.
Storm si guardò le mani e sembrò esaminarle con grande interesse. âDa te.â.
Prima che Ren potesse dire qualcosa, le porte del suo ufficio si aprirono allâimprovviso e alcuni membri del PIT tornati al castello entrarono. Ren sentì i poteri accumulati nella stanza e si sforzò per tenere sotto controllo il proprio potere. Anche se il suo viso mostrava fastidio allâesterno, dentro di sé era quasi nel panico.
Cercando il potere in grado di bloccare le emozioni che aveva percepito prima, Ren lo assorbì e sentì il proprio mondo stabilizzarsi di nuovo. Fece un cenno quando Zachary entrò e raggiunse lui e Storm alla scrivania.
Zachary osservò attentamente i presenti, evitando fugacemente