Название | Un’esca per Zero |
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Автор произведения | Джек Марс |
Жанр | Современные детективы |
Серия | Ein Agent Null Spionage-Thriller |
Издательство | Современные детективы |
Год выпуска | 0 |
isbn | 9781094306384 |
Jack Mars è l’autore bestseller di USA Today della serie di thriller LUKE STONE, che include sette libri. È anche autore della nuova serie prequel LE ORIGINI DI LUKE STONE, che al momento comprende tre libri, e della serie thriller AGENTE ZERO, che al momento include sette libri.
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A OGNI COSTO (Libro 1)
IL GIURAMENTO (Libro 2)
SALA OPERATIVA (Libro 3)
CONTRO OGNI NEMICO (Libro 4)
OPERAZIONE PRESIDENTE (Libro 5)
IL NOSTRO SACRO ONORE (Libro 6)
REGNO DIVISO (Libro 7)
OBIETTIVO PRIMARIO (Libro 1)
COMANDO PRIMARIO (Libro 2)
MINACCIA PRIMARIA (Libro 3)
AGENTE ZERO (Libro 1)
OBIETTIVO ZERO (Libro 2)
LA CACCIA DI ZERO (Libro 3)
UNA TRAPPOLA PER ZERO (Libro 4)
DOSSIER ZERO (Libro 5)
IL RITORNO DI ZERO (Libro 6)
ASSASSINO ZERO (Libro 7)
UN'ESCA PER ZERO (Libro 8)
Dopo essere stato costretto a tornare in servizio presso l'agenzia, l'agente della CIA Kent Steele viene incaricato di inseguire una misteriosa arma ad ultrasuoni nelle mani di un gruppo di terroristi di cui non si conoscono i piani. Il gruppo possiede una macchina tanto silenziosa quanto mortale, quasi impossibile da individuare. Tuttavia Zero è afflitto da nuovi ricordi che gli riportano alla mente vecchi segreti. Benché tormentato dal suo oscuro passato, la priorità dell'Agente Zero è quella di mettere in sicurezza milioni di persone, anche se potrebbe essere troppo tardi per salvare sé stesso.
L’Agente Zero: durante l'inseguimento del gruppo di ribelli responsabile degli attacchi ad ultrasuoni negli Stati Uniti, i ricordi di un passato oscuro riemergono nella mente dell'Agente Zero facendo riaffiorare il ricordo di omicidi compiuti all'inizio della sua carriera presso la CIA. Non potendo dire con certezza se avesse compiuto davvero questi omicidi, Zero chiede aiuto al neurologo svizzero, il Dottor Guyer, che gli presenta una triste diagnosi: il cervello di Zero mostra un evidente deterioramento, e nonostante non sia chiaro con che velocità possa procedere, la convinzione del medico è che prima o poi questo decadimento cerebrale lo porterà alla morte. Zero tiene segreta la notizia e decide di continuare a vivere la sua vita appieno, con le sue figlie e nel rapporto riacceso con Maria.
Maria Johansson: dopo aver sfidato gli ordini sia della CIA che del Presidente, Maria si è dimessa dalla carica di vicedirettore ed è tornata a svolgere l’attività di agente speciale. Zero l'ha messa al corrente dei suoi recenti problemi di memoria così come del suo passato di possibile assassino.
Maya Lawson: dopo un tentativo di aggressione da parte di tre ragazzi in uno spogliatoio di West Point, Maya lascia l'accademia militare, non prima di apprendere che sua sorella minore Sara è scomparsa dall'istituto di riabilitazione nel quale era stata accolta. Maya la salva, nelle vicinanze di una spiaggia, pochi attimi prima del tentativo di un rapimento, e la riporta a casa. Maya combatte per entrare a patti con il buio interiore che si è impadronito di lei e si chiede se il percorso che si è scelta sia davvero il migliore per lei.
Sara Lawson: ancora alle prese con la tossicodipendenza, Sara viene portata in un istituto di riabilitazione a Virginia Beach. Una notte la ragazza riesce a fuggire mandando all'aria ogni cautela e ormai in preda alla propria dipendenza. Dopo uno straziante incidente che la stava portando vicina a un rapimento, Sara viene salvata da Maya e Alan Reidigger e riportata a casa.
Mischa: l'unica sopravvissuta del gruppo di ribelli responsabile degli attacchi ad ultrasuoni, Mischa, è una ragazza russa di dodici anni che è stata indottrinata fin da piccola e addestrata per diventare una spia e un'assassina. Zero e Maria la fanno arrestare e la consegnano alla CIA.
Il Presidente Jonathan Rutledge: l'ex Presidente della camera è entrato nello Studio Ovale come Presidente degli Stati Uniti dopo l'impeachment dei suoi predecessori. Sul punto di dimettersi, viene convinto dalla perseveranza di Zero a non abbandonare la carica e a offrire tutto l'aiuto possibile.
PROLOGO
Quella nave era una vera e propria opera d'arte.
Era lunga sedici metri da prua a poppa e poteva accogliere con agio quattordici persone, ciò nonostante bastavano solamente tre persone per guidarla. Era dotata di un doppio motore a calibrazione complessiva di potenza pari a millequattrocento cavalli ed era in grado di viaggiare a una velocità massima di duecentoquaranta chilometri orari. La tecnologia con cui era stata progettata la rendeva praticamente invisibile a radar, sonar, infrarossi e a quasi tutte le forme di rilevamento elettromagnetico. Il suo scafo era completamente avvolto da un rivestimento riflettente in modo tale che, se la si guardava da vicino, era in grado di riprodurre i movimenti dell'acqua circostante. Ma da una distanza di circa trecento metri o più, appariva poco più che una macchia sfocata e poteva essere scambiata facilmente per un effetto del calore, un riflesso dell'oceano o un'illusione ottica.
Per questo motivo era stata soprannominata Banjjag-Im o Glimmer, che non è altro che la traduzione in inglese del suo nome coreano, dato che l’inglese era la lingua nella quale il variegato equipaggio comunicava a bordo.
Nonostante la tecnologia avanzata che poteva vantare, la Glimmer era comunque una semplice nave, non solo in senso marittimo, ma anche per il fatto che non era altro che un contenitore che celava e consentiva il trasporto di un tesoro ben più grande. Ciò che la Glimmer nascondeva al suo interno, tra le nervature curve dello scafo, sotto un portello automatizzato di alluminio e montata su un ascensore idraulico, quello era il vero capolavoro, la grande opera creata dalle stesse persone che la custodivano segretamente.
Park Eun-ho si considerava incredibilmente fortunato ad essere uno tra queste. All'età di ventinove anni, era il più giovane dell'equipaggio, ma il suo lavoro teorico sulla balistica del plasma era stato indispensabile per lo sviluppo del progetto e, da quel giorno, quella teoria sarebbe stata messa in pratica. Il pensiero lo faceva tremare dallo stupore, sebbene facesse del suo meglio per nasconderlo e mantenere la fredda solennità dei suoi colleghi. Doveva ammettere tra sé e sé che il suo interesse per il campo era stato inizialmente stimolato dai videogiochi. Aveva sostenuto per anni l'influenza della fantascienza sui più importanti traguardi della tecnologia moderna: i telefoni